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NEW DEAL ... APPUNTI DI PROGRAMMA DELL'ORDINE
mar 11 mag, 2021

 

Ricordate. La nostra città vuota. Più di un anno di “solitudini”.  

Solitudine di chi si è ammalato e ci ha lasciato e non ha più visto un viso amato.

Solitudine che ha sbattuto in faccia a tutti quanto sia essenziale la relazione umana, il tocco di una mano, in un mondo in cui tutto sembrava mediato dalla tastiera.

Venivamo dall’epoca, e mi scuso se entro arditamente in un campo non mio, in cui la nostra caducità e la stessa idea della morte erano scotomizzate.  Si auspicavano e si cercavano metodi per rinviare, addirittura per sconfiggere l’esito fatale.

La paura diffusa della morte, tratto distintivo della pandemia catastrofica come quella che viviamo, al suo esordio ci aveva avvicinato, perché ci rendemmo quasi improvvisamente conto di quanto fossimo dipendenti l’uno dall’altro.

Un’angoscia collettiva e la consapevolezza che non si poteva fare da soli.

Perciò abbiamo accettato le restrizioni, le limitazioni dell’autonomia, della libertà. Ci sentivamo protetti dallo Stato e confidavamo tutti nell’azione dei medici, degli infermieri e del sistema.

Avevamo tutti paura.

Questo insieme si è spezzato. In parte era prevedibile, perché la tensione dell’emergenza regge per la fase più acuta, poi si allenta. Non si può vivere psicologicamente in uno stato d’eccezione permanente. E materialmente, non si può sopravvivere in eterno nell’auto-ricatto della necessità”. (Ezio Mauro, La Repubblica 3 maggio 2021).

Abbiamo accettato il rischio ragionato, ma i nostri esperti (e noi con loro) temono che si trasformerà in un costo. Speriamo nella campagna vaccinale che funziona e ancora nella responsabilità individuale perché questo sia il più lieve possibile.

I confini nobili della “salute come bene primario” in cui tutti noi crediamo non possono essere infranti, ma il disagio sociale ed economico ha raggiunto livelli insostenibili e chi ci governa verosimilmente non poteva non considerarlo.

La conciliabilità fra queste due istanze, drammaticamente contrastanti, è praticabile, realistica? Non lo so, ed allora ancora di più ci dobbiamo convincere, ora che la meta non è lontana grazie ai vaccini, di quanto sia essenziale, vitale, che ognuno di noi si prenda cura degli altri, mantenendo la memoria di quella solidarietà umana e sociale che avevamo nei giorni più duri segnati da COVID 19 e che ci ha consentito di contrastarlo.

Anche noi, noi medici, abbiamo provato la solitudine di chi si è trovato improvvisamente di fronte ad un’entità sconosciuta. Non importa che fosse in corsia o in ambulatorio.

Ma chi crede davvero in questo lavoro conosce il valore della relazione, delle relazioni ed in questo valore si è ritrovato. Molti di noi, medici e non, questo valore lo hanno espresso, nonostante la fatica continua e che consuma, con la vicinanza non solo competente, ma umana ai malati che ce l’hanno fatta e a quelli che se sono andati. “Questo medico ti faceva sentir bene solo a vederlo” (Lettera al GDB del 28 aprile 2021).

È indispensabile una svolta radicale, culturale ed organizzativa del nostro sistema, mantenendone i principi costitutivi di universalità e solidarietà, che, come più volte abbiamo scritto in queste pagine, sono stati i punti cardine su cui abbiamo retto. Quale risposta avremmo prodotto in termini di cura con un diverso approccio?

Svolta radicale vuol dire finanziamenti adeguati colmando un gap pluridecennale, ma questo non dipende da noi.  

La fatica che consuma ci ha insegnato, o meglio ci ha dimostrato, ciò che sapevamo già, se ci pensate bene, su cui da anni discutiamo.

Il malato, e prima ancora la persona se pensiamo alla prevenzione, ha bisogno di una sanità in cui tutti i professionisti della salute concorrano alla sua “capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive” (BMJ 2011).

Mentre scriviamo il governo ha reso noto il Piano di Ripresa e Resilienza (https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR.pdf - Missione 6 salute pag. 223) in cui ritroviamo molte delle nostre istanze e stavolta sembra una cosa seria.

Con questo spirito, inaugurando la consiliatura, vi proponiamo i nostri appunti di programma scaturiti dalla discussione collegiale. Ma ciò che più conta, a breve, sottoporremo i punti più rilevanti alla vostra valutazione con un sondaggio in cui, oltre alla vostre opinioni, potrete formulare proposte su ogni tema.

tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus….

(Hugo Weaving L'agente Smith)                                                                                           

Un caro saluto.
Il Presidente: Dott. Ottavio Di Stefano
per il Consiglio Direttivo Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Brescia