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ANDIAMO AVANTI MA CAMBIAMO PASSO di Ottavio Di Stefano
ven 06 mar, 2020

 

Parlare di prospettive future nel mezzo della crisi che viviamo non è fuori tempo. Il più grande scienziato del 900 diceva:” La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi”.

E allora cosa ci insegna e ci insegnerà questa malattia dalla sigla che ormai tutti conosciamo (COVID-19: COronaVIrusDisease 2019)?

Dalle corrispondenze degli Stati Uniti emerge un'unanime preoccupazione. Anzi gli americani, nonostante i fiumi di dollari, sono più che preoccupati. Sono spaventati, terrorizzati che l’epidemia assuma vaste dimensioni, perché hanno perfetta coscienza che il loro sistema è fatto di grandi eccellenze, ma ancor di più di grandi diseguaglianze e non sarà, assolutamente, in grado di reggere.

Noi resistiamo, nonostante le drammatiche carenze di risorse umane e strutturali che sono il risultato di anni di costante definanziamento del Sistema Sanitario Nazionale.

E allora già da oggi dobbiamo, e non quando la tempesta sarà passata ed arriverà l’estate, pensare, o meglio, ripensare come mantenere e rinnovare il valore di avere un sistema universale solidale che cerca di non lasciare indietro nessuno. La salute in tutte le politiche.

Con la voglia di evasione e di dimenticare il coronavirus, il rischio è che svanisca, nella calura, anche il ricordo dell’impegno e della dedizione strenui di queste e delle prossime (spero poche) settimane di tutti gli uomini e le donne della sanità italiana.

L’attualità però incombe. Andiamo avanti ma cambiamo passo.

Ho vissuto in questi giorni, tra una riunione e l'altra, l'impegno di tutti.

Non tutto è Covid-19. Ci sono uomini e donne che hanno bisogno di cure e di interventi tempestivi come tutte le patologie tempo dipendenti. Si prospettano, ad un orizzonte non lontano, anche decisivi problemi etici.

Finora le donne e gli uomini dei nostri ospedali e del territorio hanno retto, ma la curva epidemica cresce e la situazione, dobbiamo essere realisti, è seria.

Abbiamo parato i colpi, ma quanto potremo reggere?

E allora scelte straordinarie vanno messe in campo: un ospedale dedicato ai pazienti con Covid-19 convertendo strutture esistenti del nostro territorio.

E forse anche una struttura post acuzie.

È possibile? Sì

È una scelta tecnicamente eccessiva? Non lo so, ma non vedo alternative.

Ed ancora un piano straordinario per sostituire medici ospedalieri, medici e pediatri di famiglia e di continuità assistenziale che si ammalano perché, contrariamente a quanto si creda, non siamo invulnerabili e ora, mentre scrivo, vi è apprensione e preoccupazione per non pochi colleghi cui possiamo dare solo la vicinanza di tutta la comunità medica bresciana.

Una fornitura costante dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) che consenta di lavorare in sicurezza. Su social vari sfoghi, alcuni scomposti, ma non faccio polemiche, non è il tempo, anzi, vi dirò di più, li capisco.

È del tutto giusto che le regie siano nazionali e regionali, ma dirigenti e medici dell'organizzazione (ATS, ASST, Strutture accreditate) della nostra provincia hanno dimostrato impegno, competenza e soprattutto capacità propositiva che va ascoltata.

L’ENPAM ha reso noto note le misure straordinarie per i medici e gli odontoiatri. (www. enpam.it).

Guardo la lista dell’ordine (medicivolontaricoronavirus@ordinemedici.brescia.it) dei medici volontari e scopro nomi con cui ho condiviso una vita di lavoro.

Mi consolo, e come succede a quelli un po’ vecchi, quasi mi commuovo. Il virus no.

Ottavio Di Stefano