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LA LUCE E L'OMBRA di Ottavio Di Stefano
gio 24 dic, 2020

 

Come sempre in questo periodo dell’anno, da laico un po' nostalgico, addobbo la casa con tante luci e vecchie statuine.

Tante luci, tanta gente, tutti o quasi con le mascherine. Un improvviso desiderio di uscire, di stare insieme.

È Natale. Almeno a Natale… Il dibattito si scatena. È giusto chiudere tutto? Ma non vedono le luminarie questi medici che in televisione sono così minacciosi. Sono, siamo, proprio dei menagramo.

In questi giorni se ne sono andati un medico di famiglia ed un professore universitario. Il primo pensionato tornato in ambulatorio e con una storia di assistenza agli ultimi con frequenti permanenze in Africa. Non lo conoscevo, ma mi ha colpito come parlano di lui tante persone che ha curato o che solo l’hanno frequentato. E poi il professore di psicologia, mite, sereno, colto, capace di relazioni umane davvero intense. Ho avuto l’onore di condividere con lui alcune iniziative e mi hanno arricchito profondamente.

Prendendo a prestito le parole di un filosofo questi due colleghi hanno cercato la “felicità” e, forse, l’hanno trovata perché hanno vissuto due condizioni essenziali: “l’armonia con il mondo e la cognizione del dolore”1. Due condizioni che valgono, credo, per tutti, ma, se ci pensiamo bene, sono gli assi fondativi del nostro mestiere.

E le ho viste praticate in questo “annus horribilis” da molte donne e uomini della nostra comunità. Dai vecchi, dai meno giovani che hanno pagato ammalandosi e…. qualcuno, non pochi, di più.

E i giovani? I giovani ci hanno davvero stupito, e forse questo stupore è un pregiudizio. Sono passati dallo studio, dall’essere spettatori, cercando, nella più nobile tradizione ippocratica, di rubare il mestiere, a protagonisti, sperimentando, quasi all’improvviso, il confronto con il dolore e la morte diffusa. Non contavano le ore, le cartelle, si sono adattati alla burocrazia. Hanno privilegiato le corsie, gli ambulatori e le visite domiciliari come componenti indispensabili delle USCA, rispetto alla vita famigliare e sociale.

Ma sapete cos’è la cosa grande. Questa partecipazione professionale ed umana è stata diffusa, pressoché unanime.

Ma anche noi, se pur immersi nella cura dei pazienti COVID, dobbiamo considerare i gravi risvolti economici che, perpetuando un paradosso storico, atavico, colpiscono i più deboli, i più poveri, i non protetti.

Come conciliare questi eventi fatali della sindemia? “Due categorie di malattie interagiscono all'interno di popolazioni specifiche: l'infezione con la sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) e una serie di malattie non trasmissibili. Queste condizioni si concentrano all'interno di gruppi sociali secondo modelli di disuguaglianza profondamente radicati nelle nostre società.2

Di una cosa sono assolutamente certo. Abbiamo un vaccino efficace (95% con intervallo di confidenza da 90,3 a 97,6%) e con un elevato profilo di sicurezza3. L’unica, esclusiva possibilità di debellare il virus.

Vaccinarsi è un obbligo civile per tutti, ma per i professionisti della salute, e lo dico qui, con chiarezza, è un anche un dovere deontologico. Posizioni contrarie rasentano la superstizione e… mi fermo.

Tutti i medici e gli odontoiatri, senza distinzione di status professionale (dipendenti, convenzionati, libero professionisti, pensionati), insomma tutti gli iscritti all’Ordine, devono avere accesso al vaccino. Non si invoca un privilegio, ma semplicemente di lavorare in sicurezza tutelando in primis la salute dei malati che a noi si rivolgono.

Non ho alcuna competenza per esprimermi sulle soluzioni “economiche”.

COVID 19 però ha dimostrato che dobbiamo lavorare “insieme”, ma senza la retorica del “tutti insieme appassionatamente”.

“Insieme” perché la cura del malato del nostro tempo, il malato complesso, sia per le patologie emergenti sia per le cronicità e le fragilità, è efficace solo se le discipline, le professioni sanitarie ed il sociale interagiscono in modo sinergico.

Non vi sono alternative.

Per far questo occorre una svolta vera in termini di investimenti eccezionali sull’organizzazione, sulla ricerca, sulle interazioni con l’ambiente e sul contrasto alle diseguaglianze. Condizioni, secondo molti qualificati esperti, che determinerebbero una ripresa economica importante, equa e sostenibile.

Su questi grandi temi dobbiamo impegnarci.

Ed allora, come si diceva una volta, auguri alle donne e agli uomini di buona volontà, ma secondo il messaggio di questa notte, che non ha confini confessionali, auguri a tutti.

È un Natale a luci soffuse. Meglio così. “Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera

Ottavio Di Stefano
24 dicembre 2020
 

Vito Mancuso In “I quattro maestri” Garzanti 2020 p. 11
2  Richard Horton "Offline: COVID-19 is not a pandemic” The Lancet SEPTEMBER 26, 2020
3  Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine Fernando P. Polack et al. NEJM December 10, 2020