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La moglie del medico di famiglia
lun 31 gen, 2022

Riceviamo e volentieri pubblichiamo con il suo consenso (con alcuni omissis di riservatezza) la lettera inviata all’Ordine dalla moglie di un medico di famiglia.

La moglie del medico di famiglia

………17/01/2022
Egregio Sig. Presidente,
sono la moglie di un medico di Medicina Generale della ………..e, leggendo sempre con interesse le Sue lettere, ho deciso di scriverLe alcune mie riflessioni.

Conosco mio marito da quando frequentava il secondo anno di Medicina e con lui ho vissuto tutte le tappe della sua carriera professionale e ho condiviso le scelte di una vita.

Ricordo le trepidazioni per gli esami, le tensioni per la tesi, la decisione della specialità e non ultimo la scelta del nostro matrimonio con la conseguente necessità, per me, di lasciare la città.

La scelta di diventare MMG è nata dopo le prime esperienze di sostituzioni, di turni in guardia medica e di un incarico in Pronto Soccorso; quindi, è stata proprio una decisione consapevole, che ha comportato, tra l’altro, la rinuncia ad una prospettiva potenzialmente più allettante in termini economici come specialista, attività quest’ultima limitata a qualche visita come libero professionista.

L’ho visto partire ogni mattina, da oltre 35 anni, affrontando anche la neve copiosa di alcuni inverni, ma sempre sereno, con passione, per raggiungere tutti i suoi pazienti, nei molti ambulatori dislocati nelle varie frazioni sparse fra le montagne. Non ha mai interrotto nessun ambulatorio, nemmeno in tempo di Covid, sapendo che per gli anziani è difficile raggiungere il fondo valle. È stato contagiato nei primissimi tempi, quando ancora non si conosceva il virus, ma ha sempre rispettato gli orari anche quando, a causa dello stress, è stato ricoverato una volta per un lungo episodio di tachicardia e successivamente, dopo tre mesi, per un episodio di amnesia globale temporanea.

Lui è sopravvissuto, ma ha pianto tanti colleghi e alcuni amici.

A me è rimasta la paura di perderlo.

Potrei raccontare tanti aneddoti, ma penso Lei possa immaginare.

Poi, tutto è cambiato.

Ora è diverso: all’inizio si diceva che il Covid ci avrebbe cambiato in meglio, francamente non mi pare proprio.

Io vedo mio marito che non è più un medico, ma un burocrate. Prima partiva con la sua valigetta piena di campioni di farmaci, di trousse chirurgiche, di cateteri e tutto il necessario per le medicazioni; ora ha una borsa con il computer e piena di tutte le circolari e i moduli per la burocrazia.

Trascorre ore al computer per compilare moduli sulle varie piattaforme (nemmeno in questi giorni di emergenza Covid c’è tregua per rispettare alcune scadenze) e, come diceva quel medico citato nella sua lettera, dove trova il tempo per i malati cronici, per quelli che soffrono, per gli anziani, per i parenti dei defunti che aspettano parole di consolazione ....?

In una parola, per fare il suo VERO lavoro?

In questi ultimi mesi, oltre al super lavoro, spesso non considerato e con richieste e pretese che esulano dal suo compito, mio marito ha sopportato un disagio sempre più profondo, fino allo smarrimento.

Ed è così, caro Presidente che, dopo un travaglio che Lei può ben immaginare, alla fine mio marito, insieme a tutta la famiglia, ha deciso di lasciare l’incarico di MMG e chiedere la pensione.

Mi creda, non avrei mai immaginato di dover assistere alla fine della sua carriera in questo modo “forzato”, con rammarico e delusione, facendo il conto alla rovescia perché tutto finisca presto.

Non ho delle risposte, ma vorrei che ai medici fosse restituito il loro compito principale: curare i malati.

Grazie per aver ascoltato questi pensieri, la mia voce è quella di chi condivide in silenzio le tribolazioni; usi questi pensieri come meglio crede.

So che Lei si sta adoperando perché i medici ritrovino la dignità di un tempo, lo capisco dai riferimenti personali che talvolta traspaiono dai suoi scritti, quindi Le auguro buon lavoro.
Con gratitudine per il suo impegno

La moglie di un medico di famiglia