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SIPPS Newsletter dalla letteratura. Articolo "Fumo passivo e Disturbi Gastroenterici nei bambini degli USA"
lun 30 ott, 2023

Di seguito l'articolo pervenuto dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS)

Merianos AL, Mahabee-Gittens EM.
Fumo passivo e Disturbi Gastroenterici nei bambini degli USA
Clin Pediatr (Phila). 2023;62:1229-1236

In questi ultimi anni i pediatri si sono grandemente impegnati per informare i genitori dei gravi problemi di salute connessi con il fumo passivo. Ciò ha sicuramente consentito di ridurre il numero dei casi nei quali almeno un membro adulto fuma sistematicamente sigarette o sigari davanti ai figli. Tuttavia, il problema è ben lungi dall’essere risolto se studi fatti nel mondo occidentale hanno dimostrato che un terzo dei bambini resta comunque esposto in famiglia alla possibilità di entrare in contatto con le sostanze chimiche che derivano dalla combustione del tabacco e della carta da sigarette. In realtà, molti genitori che continuano a fumare, pensano che con fumo passivo si intenda soltanto l’aspirazione dell’aria dell’ambiente nel quale sono contemporaneamente presenti il fumatore e il bambino. Questi genitori, che sono poi quelli che dicono di continuare a fumare andando in altra stanza rispetto a quella dove il bambino è presente, trascurano il fatto che, oltre alla forma diretta, esiste anche il fumo passivo di terza mano. È questo il fumo passivo che deriva dalla riammissione nell’aria ambiente delle sostanze chimiche tossiche che possono essersi depositate sui mobili o su altri oggetti in occasioni di precedenti fumate fatte anche in assenza dei bambini. Entrambi i tipi di fumo passivo possono essere molto deleteri. Il fumo passivo diretto porta, infatti, il bambino ad inalare un numero enorme di sostanze chimiche altamente nocive, quali nicotina, piombo, cadmio, arsenico, benzene e formaldeide. Quello di terza mano comporta, oltre all’inalazione e al contatto cutaneo con lle sostanza soprariportate anche l’assorbimento di una miscela di inquinanti residui che vengono reimmessi nella fase gassosa e reagiscono con gli ossidanti ambientali e altri composti e finiscono per produrre sostanze cancerogene.  

Il fumo passivo è considerato uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di problematiche respiratorie e cardiovascolari significative, come asma ed arteriosclerosi. Inoltre, ricerche sempre più numerose indicano che i fumatori sono tra i soggetti più esposti allo sviluppo di disturbi dell’apparato digerente come l'ulcera peptica e le malattie infiammatorie croniche intestinali e, forse, anche del cancro gastrico. Assai meno studiati sono, invece, i possibili rapporti tra fumo passivo e comparsa di disturbi gastrointestinali come stipsi, aerofagia, sindrome dell’intestino irritabile. Poiché questi sono assai frequenti nei bambini (circa il 23% dei bambini statunitensi di età pari o superiore a 4 anni presenta un disturbo gastrointestinale funzionale), gli autori di questo studio hanno tentato di verificare su un corposo gruppo di bambini l’eventuale correlazione tra i due fenomeni, ponendo particolare attenzione al potenziale ruolo svolto dal fumo di terza mano. Per fare ciò hanno valutato 20 149 bambini di età compresa tra 4 e 10 anni i cui dati specifici, inerenti sia lo sviluppo di problematiche gastrointestinali sia il rischio sia di ambedue i tipi di fumo passivo, sono stati raccolti tramite un questionario inviato ai genitori. L’associazione tra patologia e fumo è stata analizzata con un complesso sistema statistico nel quale sono state introdotte tutte le variabili che avrebbero di per sé potuto influenzare lo sviluppo della patologia gastroenterica, in modo da avere dati quanto più possibile “puliti” e indicativi della reale coesistenza tra fumo passivo e malattie.  Tra tutti i soggetti arruolati, 17 240 (85.9%) sono stati considerati non esposti al fumo, 2602 (12.3%) al fumo di terza mano e 307 (1.8%) sia al fumo passivo diretto, sia a quello indiretto. Globalmente, nei 12 mesi precedenti, il 9.0% (n = 1851) dei bambini aveva presentato frequenti o cronici problemi gastroenterici. Di questi, il 13.5% poteva essere incluso nel gruppo dei bambini esposti al fumo passivo di terza mano e il 7.2% in quello dei bambini con ambedue le forme di fumo passivo.  In confronto ai soggetti senza fumo passivo, i bambini con fumo passivo indiretto avevano avuto un significativamente maggiore numero di episodi di malattia gastroenterica cronica o ricorrente (OR 1.51; 95% CI = 1.14-1.99) indipendentemente dall’età, sesso, razza/etnia, prematurità, obesità, ansia, depressione, educazione dei genitori, censo e struttura familiare. Nessuna differenza si è, invece dimostrata tra controlli senza fumo passivo e bambini con ambedue i tipi di fumo passivo ma, in questo caso, la scarsa  dimensione del campione in studio con queste ultime caratteristiche ha reso impossibile una corretta valutazione statistica e ha fatto non considerare i risultati.

Le ragioni per cui il fumo passivo di terza mano sembra essere associato a disturbi gastroenterici non sono chiarite ma una delle ipotesi formulate dagli autori di questo studio è molto interessante. Poiché sembra dimostrato che molti dei disturbi gastroenterici funzionali dei bambini sono strettamente associati a significative variazione del microbiota intestinale, questi autori hanno pensato che il fumo passivo, particolarmente quello di terza mano nel quale l’esposizione alle sostanze tossiche può avvenire anche per ingestione (il bambino tocca giochi o mobili sui quali si sono  depositati gli inquinanti), potesse essere il fattore scatenante di una sostanziale modifica della flora enterica, dando il via al disturbo gastroenterico funzionale. D’altra parte, nell’animale, l’ingestione di nicotina, uno dei maggiori composti tossici presenti nel fumo passivo, si è dimostrata associata a variazioni del microbiota intestinale.

Questo studio ha alcuni limiti metodologici, tra cui il fatto che molte informazioni derivano da un questionario e che a questo ha riposto una popolazione a priori selezionata, visto che alla richiesta di compilazione ha risposto meno della metà di coloro ai quali il questionario era stato inviato. Tuttavia, pone un problema interessante, quello del peso, spesso sottovalutato, del fumo passivo di terza mano. In definitiva, è molto utile per sottolineare ancora una volta l’importanza di insegnare ai genitori di non fumare, non solo in presenza dei figli ma anche lontano da essi, specie in ambienti che finiscono, prima o poi, per essere comunque frequentati dai bambini.

Prof. Nicola Principi - Direttore Responsabile RIPPS