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LETTERA APERTA DEL DR. FERDINANDO BRANDI SUL CASO "INDENNIZZO SPECIALIZZANDI COME DA NORMATIVA UE"
lun 15 giu, 2015

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera del Dott. Ferdinando Brandi.

 

Al Presidente Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Brescia
Egr. Dott. Ottavio Di Stefano,

per la stima che ho per Lei, e per la serietà e qualità del lavoro che l’Ordine sta svolgendo, mi sento di scrivere delle brevi note sul caso “Indennizzo Specializzandi come da Normativa UE” per richiedere una informazione precisa sulla posizione assunta   dall’Ordine di Brescia sulla  campagna di indennizzo che ha ormai assunto l’onore ampio della cronaca, e che da quel che  capisco,  ha assunto un risvolto economico assolutamente considerevole, e pertanto è di grande impatto sugli interessi generali, visto il momento di crisi che stiamo vivendo.

Cerco di spiegare in breve il motivo di una mia grande perplessità su quanto sta avvenendo, e le ragioni per cui sentirei opportuno un intervento di informazione con   relative indicazioni ai medici che sono iscritti all’Ordine di Brescia, da parte dell’Ordine stesso.

Io sono stato coinvolto dalla Consulcesi, che aveva ottenuto la mia mail senza che la avessi trasmessa, non so dire quando con esattezza, ma per lo meno 2 anni fa e dopo numerosi comunicazioni via mail, per meglio capire  mi ero messo in contatto telefonicamente con i loro Consulenti legali che mi diedero delle informazioni, in merito a miei “supposti diritti” di indennizzo economico, avendo io conseguito un diploma di specializzazione negli anni ’80.

Alla mia affermazione che non ritenevo di aver alcun diritto dal momento che avevo effettuato il corso di specializzazione con permessi di studio da parte della Azienda Spedali Civili, di cui ero dipendente, il Consulente legale della Consulcesi mi rispose che non era assolutamente così e che il mio diritto era lo stesso dei molti altri che erano già stati indennizzati e si trovavano nelle mie stesse condizioni.

Dopo la mia dichiarazione telefonica di non essere assolutamente intenzionato a procedere, posso dire di essere stato ugualmente sottoposto a invio di messaggi continui, che comunicavano i successi della campagna di indennizzo. Conosco altri medici che come me non hanno aderito.

Bene egr. Presidente, ho queste domande da trasmetterLe.
Cosa sta esattamente avvenendo?
Chi viene indennizzato e perché? e in particolare i medici indennizzati erano già dipendenti di qualche Ente (come è stato per me),  e per quanto tempo e quante ore sono stati impegnati nella attività propria del Corso di Specializzazione?

E’ possibile che un “diritto” venga tutelato in questo modo attraverso una pratica di “contenzioso legale” il cui esito per quanto mi pare di capire è demandato al giudizio del singolo giudice?

E’ giusto lasciare all’iniziativa del singolo medico l’onere del riconoscimento di un diritto, nel caso e quando di questo si tratti, senza che, vista l’attuale assenza del Legislatore, almeno l’Ordine dei Medici si assuma il compito di Garante davvero Responsabile degli interessi dei medici ma in primis  di quello generale ? E’ in gioco una grande questione ETICA.

Certo di una risposta e, mi auguro, della assunzione di Ruolo nella delicata vicenda dell’Ordine che Lei rappresenta invio i miei più cordiali saluti

Dr Ferdinando Brandi
Gussago 7 maggio 2015

* * * * *

Nota del Presidente

Il Collega pone alcuni quesiti, che al di là degli aspetti valoriali che singolarmente ognuno di noi può condividere, esulano dalle competenze dell’Ordine.
La richiesta di indennizzo di un dipendente nei confronti della propria Azienda o Istituzione, in riferimento a prestazioni ritenute dovute, è ovviamente individuale e non può che percorrere un iter giudiziario.
La struttura citata dal Collega è uno studio legale cui molti Colleghi hanno deciso di rivolgersi e che opera al di fuori di qualsiasi convenzione, contatto e/o rapporto con questo Ordine.
Generosamente il Collega attribuisce, nella sua ultima nota, ancora un ruolo all’Ordine  Professionale, che sarebbe sì di assoluto rilievo, ma ancora  non attinente alle funzioni istituzionali.
Chi scrive, personalmente, apprezza lo spirito che anima la nota del dott. Brandi, ma si tratta di aspetti etici che attengono alla coscienza individuale, quindi non generalizzabili e tanto meno sanzionabili.
Un caro saluto.

Il Presidente: Dott. Ottavio Di Stefano