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ALLERGIA: MITI E CREDENZE
mer 29 gen, 2014

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera del Dottor Aldo Apollonio

Segue commento della Dottoressa Cinzia Tosoni, Responsabile del Servizio di Allergologia dell'A.O. Spedali Civili di Brescia


Oggetto: Esami allergologici alternativi

Egregio Presidente
 
l'allergologo nella pratica quotidiana viene continuamente subissato da richieste (da parte di Medici e Pazienti) di test per intolleranze alimentari.
E questa non è una novità.
 
Oltre alle farmacie, anche prestigiosi laboratori privati propongono molti esami, tra i quali il test citotossico.
Non mi dilungo sulla  loro validità: si può trovare un giudizio sul sito dell'AAITO - position paper  - , ma già una rudimentale conoscenza di biologia sarebbe sufficiente per farsene un'idea.

In passato questi esami testavano allergeni verso i quali la medicina ufficiale poteva contrapporre i suoi esami (per esempio le IgE specifiche allergologiche) ma ora vengono testate e certificate le intolleranze alle sostanze le più svariate, per esempio l'acido ascorbico.
Non si vedono mai referti negativi.
Al referto segue l'elenco dei cibi che contengono la sostanza da eliminare, (l'acido ascorbico).
 
I Pazienti iniziano le diete; i Medici di Medicina Generale  per lo più non obiettano.
 
L'allergologo non ha test in vitro o in vivo per controbattere, se non il suo potere di convincimento o un test di provocazione che richiede notevole dispendio di tempo.
 
Abbiamo idea del danno economico (costo degli esami, visite allergologiche inutili) che si somma alla diseducazione alimentare dovuti a queste diete?
 
Cordiali saluti
dr Aldo Apollonio
allergologo
Chiari

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Risposta della Dottoressa Cinzia Tosoni, Responsabile del Servizio di Allergologia dell'A.O. Spedali Civili di Brescia

Caro Dr. Apollonio,
ho letto la lettera che hai scritto riguardo ai test alternativi per allergie/intolleranze alimentari. Non posso che sottoscrivere appieno. D'altra parte ci conosciamo da talmente tanti anni ed abbiamo frequentato la gloriosa Immunologia Clinica per così tanto tempo, che l'uniformità di pensiero sull'argomento è d'obbligo.
Gli studi sistematici e controllati sui cosiddetti test alternativi ne hanno sempre dimostrato l'infondatezza. Per non parlare delle diete incongrue a cui i pazienti vengono sottoposti, talora con quadri di tipo anoressico. Tuttavia, si sa, quello che regola il mercato non è il buonsenso ma il denaro e questi test vengono richiesti e suggeriti con frequenza preoccupante. Nonostante prese di posizione precise e documentate nei position paper delle Società Scientifiche, il messaggio non viene trasmesso. Il tam tam non funziona. I pazienti, stressati e spesso non ascoltati, preferiscono spendere cifre considerevoli per i test alternativi (alla fine hanno qualcosa che spesso noi non riusciamo a fornire: una diagnosi.Bislacca, ma una diagnosi) piuttosto che spendere per un ticket, una lunga lista d'attesa e un "non so".
Inoltre anche per noi medici (e cito la categoria in generale) la parola "allergia" ha un chè di misterioso e di liberatorio. Il mistero è nel non capire e la liberazione sta nell'essersi liberati del paziente e dei suoi sintomi. "Sei allergico", "sei intollerante", sono definitivi, hanno dato un nome alla nostra frequente non voglia di ascoltare e di saper dire "sei stressato", "non hai nulla".
Quindi mi sentirei di dare due messaggi:
- facciamoci carico, noi medici, di spiegare qualcosa in più ai pazienti e cominciamo a lamentarci di più della burocrazia imperante e spesso inutile che ci toglie tempo per ascoltare.
- non suggeriamo l'effettuazione dei test cosiddetti "alternativi" per le allergie, alimentari e non, sino a quando il rigore scientifico che dovrebbe caratterizzarci, non ci avrà, eventualmente, dimostrato che ne vale la pena.
Cari saluti a tutti.

Cinzia Tosoni