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Mancano i medici, colpa dei medici
ven 09 dic, 2022

In una recente lettera al Giornale di Brescia un cittadino asseriva che il sovraccarico di questi giorni dei Pronto Soccorso pediatrici dipende dalla mancanza di un’efficace azione filtro dei pediatri di libera scelta e che “questa è una situazione generalizzata”.

Poco ci sarebbe da aggiungere rispetto alla risposta del vicedirettore, competente ed informata, che sottolineava come causa oggettiva la carenza di medici, ed ancor di più, aggiungiamo noi, degli infermieri e del personale di supporto.

Pur comprendendo l’ansia che si genera nei genitori quando un bambino si ammala, l’affermazione “questa è una situazione generalizzata”, senza alcuna evidenza di dati che la supportino, stride e non corrisponde alla realtà.

Siamo in una fase di epidemia di influenza e di sindromi causate da virus parainfluenzali, cioè da virus diversi rispetto all’influenza, ma con sintomatologia e decorso molto simili.

Aumenta l’incidenza in tutte le fasce di età, ma risultano maggiormente colpite le fasce di età pediatrica, in particolare i bambini al di sotto dei cinque anni di età, in cui l’incidenza è pari a 40,8 casi per mille assistiti nella settimana dal 21 al 27 novembre 2022 (29,6 nella settimana precedente). Rapporto InfluNet Aggiornamento del 2 dicembre 2022.

Abbiamo svolto un’indagine nella nostra città che, per necessità di immediatezza, è approssimativa, ma più aderente alla realtà.

In media un pediatra di libera scelta di Brescia visita in ambulatorio, in questo periodo, fra i 25 e 40 bambini con influenza o sindrome parainfluenzale al giorno, a cui si devono sommare 40-70 consultazioni telefoniche e un numero analogo tramite altri strumenti (mail, messaggi, etc.).

Questi numeri si riferiscono ai bambini acuti, affetti da una malattia benigna ed autolimitantesi nella stragrande maggioranza dei casi.

Il pediatra nel contempo deve proseguire l’attività di prevenzione (Valutazione della crescita fisiologica-visite filtro, educazione sanitaria e vaccinazioni antinfluenzali).

Questa è la realtà, se pur approssimata, dei carichi di lavoro o meglio dell’impegno professionale delle pediatre e dei pediatri di libera scelta del nostro Servizio Sanitario Nazionale, pressoché unico esempio a livello internazionale e di cui tutti dovremmo andare fieri.

Il Servizio Sanitario Nazionale nel suo insieme deve essere profondamente riformato e riorganizzato, recuperando, nei tempi possibili, le storiche, inveterate carenze di personale, ma le prospettive di finanziamento sono sconfortanti.

Da tempo, ormai quasi storico, denunciamo i limiti del sistema, ma testardamente auspichiamo, come abbiamo scritto anche recentemente (dal sito ordinistico: Out of pocket) che “si ascoltino gli uomini e le donne che nella sanità lavorano e forse avremo più probabilità di mantenere un Servizio Sanitario Nazionale all’altezza della sua tradizione e come gli italiani si meritano”.

Il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Brescia