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VACCINARSI SENZA PAURA: UN ATTO DI PREVENZIONE INDISPENSABILE
gio 12 nov, 2015

Intervento del Presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Brescia

Nel Paese più liberale del mondo e più rispettoso della libertà individuale, gli Stati Uniti, stiamo assistendo a un irrigidimento delle regole relative alla obbligatorietà dei vaccini. In Stati che sono agli estremi come benessere e atteggiamenti sociali (California e Mississipi) si è reintrodotto l’obbligo di vaccinazione per l’ammissione alle scuole: non sono più possibili eccezioni basate su credenze personali e non fondate su certificati problemi medici («New England Journal of Medicine», 14 Agosto 2015). 

 

Determinante per questa drastica decisione sono state la testimonianza di un bambino e la «Disneyland epidemics», una epidemia di morbillo partita da Disneyland. Rhett Krawitt è un bimbo di 7 anni guarito da leucemia, quindi immunologicamente compromesso. Vuole e ha diritto di andare a scuola ma non può farlo. La presenza di bambini non vaccinati lo mette a rischio di contrarre malattie come il morbillo o la varicella, che per lui potrebbero essere mortali. In circa un quarto delle scuole in California si è persa l’ «immunità del gregge» (herd immunity), un meccanismo per cui chi si vaccina, impedendo la circolazione di agenti infettivi, protegge anche chi non è vaccinato. (Gilberto Corbellini  Alberto Mantovani “I vaccini sono utili e bisogna dirlo chiaro” Il sole 24 ore 23 ottobre 2015).

I dati scientifici sono inoppugnabili.

Per le vaccinazioni, in particolare quelle obbligatorie e consigliate in età pediatrica comparando i dati delle coperture nazionali 2013 e 2014, si rileva che:

• per il secondo anno di seguito vi è stata una flessione delle coperture vaccinali
• per i vaccini contenuti del vaccino esavalente (polio, difterite, tetano, pertosse, Epatite B ed Emofilo influenzae), nel 2014 vi è stato un calo medio percentuale di circa 1 punto: l’obiettivo del 95% di copertura, che nel 2013 non era stato raggiunto solo dal vaccino contro l’Hib, questa volta non è stato raggiunto da nessun vaccino. Per i vaccini contenuti nel vaccino Mpr (morbillo, parotite e rosolia), nel 2014 vi è stato un calo medio percentuale di 3,71 punti, con una copertura media di 86,58 ed un divario di oltre 8 punti dall’obiettivo del 95%: in pratica si è tornati indietro di 10 anni 

 (v. Tabella)

(da EPICENTRO Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute  23 ottobre 2015 “Un evento previsto: il calo delle coperture vaccinali in Italia nel 2014”Luciano Pinto, Giuseppe Di Mauro, Gianni Bona Società italiana di pediatria preventiva e sociale)

 

Arthur Ignatius Conan Doyle (1859-1930), noto a tutti come autore delle avventure di Sherlock Holmes in cui si rappresentava come il dr. Watson, era un medico. Nel 1899 partecipa come medico alla seconda guerra boera in sud Africa.

La principale minaccia per le truppe del Regno Unito in quel conflitto era un bacillo: Bacillus typhosus, oggi noto come Salmonella typhi. La febbre tifoide fece, infatti, strage dei soldati.

 «Per più di due mesi l’ospedale era affollato di malati… quasi tutti avevano la febbre tifoide… Il numero totale di casi non era inferiore a sei o settemila… Ogni giorno morivano non meno di cinquanta uomini, e più di mille tombe nel cimitero testimoniano la gravità dell’epidemia… Mentre la macchina delle cure era eccellente, quella della prevenzione era elementare o assente… Attraverso le giuste precauzioni e la vaccinazione tutte quelle vite avrebbero potuto essere salvate».

Doyle non si ammalò perchè si era sottoposto, prima della partenza, a vaccinazione (un vaccino, messo a punto da Almroth Wright [1861-1947], un patologo civile della scuola medica militare britannica a Netley)

«In Sud Africa abbiamo perso più vite a causa della febbre tifoide che dei proiettili, ed è triste pensare come quasi tutte le vittime si sarebbero potute salvare se la scoperta di Almoroth Wright [il vaccino], fosse stata opportunamente considerata…»

La vaccinazione viene considerata una fra le più grandi scoperte della medicina del 20 secolo, paragonabile come impatto sulla salute pubblica alla potabilizzazione dell’acqua. (European Centre for Disease Prevention and Control. Vaccine hesitancy among healthcare workers and their patients in Europe – A qualitative study. Stockholm: ECDC; 2015.)

La diffusione dei vaccini ha però determinato il nascere di preoccupazioni circa la loro possibile tossicità, se pur in componenti minoritarie dell’opinione pubblica, basata più su motivazioni emozionali che scientifiche. Motivazioni che vanno però considerate e spiegate. La comunità medico scientifica è stata molto rigorosa nella sperimentazione ed implementazione dei vaccini ma si preoccupata poco dell’impatto “psicologico”, dei condizionamenti confessionali, dei timori delle categorie fragili (gravidanza, immunodepressione) (Lancet. 2011 Addressing the vaccine confidence gap. Larson HJ1, Cooper LZ, Eskola J, Katz SL, Ratzan S.).

Il problema esiste e spetta a noi, a tutti noi, indipendentemente dal setting di cura in cui operiamo ribadire la validità certa dei vaccini ed i pochi, perfino trascurabili, effetti collaterali.
D’altro canto già si sono registrate situazioni epidemiche (morbillo, rosolia, poliomielite) in popolazioni “sotto vaccinate” (European Centre for Disease Prevention and Control. Vaccine hesitancy among healthcare workers and their patients in Europe – A qualitative study. Stockholm: ECDC; 2015.).

La comunità medica per prima dovrebbe presentarsi unita in questa sfida di civiltà, comprendendo ragioni ed emozioni autentiche basate su disinformazione che vanno composte nella relazione medico paziente che come sempre è alla base del nostro lavoro.

Questo non vale per le cialtronerie che acquisiscono valenza deontologica di cui l’Ordine Professionale è e si farà garante nel contrastarle.

Un tema altrettanto rilevante è quello delle vaccinazioni antinfluenzali, offerte gratuitamente alle categorie a rischio. Anche nella nostra provincia si è assistito negli ultimi due anni ad una riduzione della copertura vaccinale per l’influenza, in parte indotta dal ritiro di alcuni lotti vaccinali lo scorso anno, per presunta tossicità poi dimostratasi infondata, che ha contribuito a ridurre il livello di “fiducia” nel vaccino.

Gli obiettivi di copertura antinfluenzale indicati dal Ministero della Salute, per tutti i gruppi target, sono del 75% come obiettivo minimo perseguibile e del 95% come obiettivo ottimale. Fra i cittadini ultrasessantacinquenni il 46,3% ha effettuato la vaccinazione antinfluenzale gratuita in Lombardia nella stagione 2014-2015, mentre sul territorio dell’Asl di Brescia a scegliere di vaccinarsi è stato il 49% degli over 65.

Non spetta all’Ordine entrare nel merito delle situazioni organizzative e va sicuramente considerato che gli obiettivi sono tendenziali.

La vaccinazione (e la conseguente riduzione della morbilità delle sindromi influenzali) costituisce un investimento anche in termini di sostenibilità del sistema, ma ciò che più conta per noi medici è la prevenzione di malattie severe nella collettività e nel singolo paziente.

Ottavio Di Stefano
Brescia 12 novembre 2015