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2016: AUGURI DALL'ORDINE
mar 05 gen, 2016

*Caro amico ti scrivo…..

La tentazione è forte.
Noi non c’entriamo. E’ il sistema che non funziona.
E’ vero.
21 sistemi sanitari, la valutazione di singoli e strutture basata sulla forma (o meglio sulle formalità) e non sulla sostanza del nostro lavoro. Ci dibattiamo fra speranze e delusioni. Dov’è il territorio in grado di prendersi cura del malato difficile e complesso? Dov’è l’ospedale aperto sul territorio?
E’ vero. 

L’elenco potrebbe diventare lungo, tedioso, forse infinito.
C’è un valore però, rischiando una palese contraddizione, che non è evidence based, ma è assolutamente empirico e di cui sono certo, pur basandosi solo sull’esperienza di 40 anni di mestiere.
Pro tempore ho la fortuna di osservare la comunità medica bresciana da un punto di osservazione privilegiato.  Tutti i giorni vedo l’impegno che moltissimi di Voi mettono ancora in questo lavoro.
Un impegno strenuo e che cerca di resistere alle disfunzioni. Perché? Perchè molti, moltissimi, amano ancora questa nostra professione in crisi.
Un’altra tentazione forte… vado avanti. Ma se vinco al superenalotto non mi vedete più….Così lavoriamo da soli. Tanto…..gli altri, tutti gli altri, i colleghi, i politici gli amministratori, gli infermieri, i tecnici…..le suore remano contro di me…
Ma questi sono gli auguri per l’anno che verrà…….e si sta senza parlare per intere settimane,  e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane….
Il nostro impegno è un valore ancora diffuso.
Se siete d’accordo ripartiamo da qui.
Dai nostri giorni e dalle nostre notti per lui, per lei, che incontriamo e di cui è nobile prendersi cura solo perché “sta male”:
Ripartiamo da qui. Vi aspettate una ricetta no c’è l’ho.
So solo che ho avuto la fortuna di incontrare grandi, sconosciuti, medici con cui tutti i giorni ho parlato ed ho imparato. Ho incontrato ed incontro tanti giovani che ascoltano ed hanno la stessa mia, la nostra voglia di imparare.
Dobbiamo riscoprire il lavorare insieme.
In passato era una necessità, ma la medicina di “allora” rendeva possibile, addirittura utile un rapporto solitario con il malato ricco di umana intimità.
Oggi dobbiamo reggere al malato “difficile”. Difficile per l’età, le tante patologie e per i tanti bisogni spesso inespressi o da noi non percepiti. Qui “il lavorare insieme” diventa indispensabile.
Parliamone affrontando tutta realtà del nostro tempo complicato.
Noi medici e noi medici.
Noi e loro, le altre professioni.
Come cambiare il territorio, come cambiare l’ospedale.
Non spettano all’Ordine le scelte politiche, ma spetta alla professione, alle professioni, proporre le soluzioni di intervento.
Vorrei che il 2016, ma credo di esser troppo ottimista, ci portasse la riforma degli ordini, magari con la possibilità di incidere maggiormente sulla qualità della professione. Vorrei, vorremmo, strumenti che ci consentano di valutare chi deflette dal rigore professionale per migliorare e non per inquisire.
La comunità medica bresciana è culturalmente assolutamente attrezzata.
E l’attualità con i suoi casi drammatici?
La medicina è fatta da uomini e donne che hanno nelle vene il rispetto per chi incontra il dolore che segna la vita, le vite, ma anche la consapevolezza che anche nel 2016 e per molti anni ancora la medicina non potrà curare e guarire tutto.
A noi ora spetta solo la comprensione della sofferenza dei famigliari. In silenzio.
.. L'anno che sta arrivando tra un anno passerà. Io mi sto preparando… è questa la novità…….

Auguri a tutti e un caro saluto
Ottavio Di Stefano

*L'anno che verrà - Lucio Dalla