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Notizie - Sostenibilità in sanità

Rubrica ECOSALUTE n.8 "Inquinamento atmosferico ed effetti sulla salute (parte seconda)"
mer 24 set, 2025

ECOSALUTE è la nuova rubrica promossa dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo, pensata come spin off di Pillole Green. E’ dedicata alla prevenzione primaria e alla salute ambientale e curata dal dottor Gianpiero Cassina, referente dell’Ordine per le tematiche “Clima, salute e ambiente”.
La prevenzione primaria gioca un ruolo cruciale nel proteggere la nostra salute, intervenendo direttamente sull'ambiente per ridurre l'esposizione a fattori di rischio. In questo contesto, i medici hanno una responsabilità fondamentale: informare e sensibilizzare i pazienti sui pericoli derivanti dall'inquinamento, ma anche promuovere comportamenti e scelte sostenibili. Possiamo guidare questa transizione verso una società più consapevole e responsabile, proteggendo al contempo la salute pubblica e il nostro pianeta.

L’Ordine dei Medici di Brescia volentieri collabora nel diffondere questa rubrica attraverso i propri canali di comunicazione.

ECOSALUTE n.8 "Inquinamento atmosferico ed effetti sulla salute (parte seconda)"
a cura di Gianpiero Cassina

Parte seconda: morbosità e provvedimenti di attenuazione del rischio

Morbosità a breve termine
Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute dipendono non solo dal livello degli inquinanti, ma anche dalla vulnerabilità dei singoli. La vulnerabilità può aumentare con l’età e in presenza di problemi di salute pregressi. Gli inquinanti possono irritare occhi, naso, gola e vie respiratorie, causando tosse, respiro affannoso e lacrimazione; peggiorare i sintomi di asma, bronchite cronica, enfisema e altre malattie respiratorie; favorire infezioni delle vie aeree e dei polmoni.

L'inquinamento atmosferico può aumentare il carico di lavoro del cuore e influire sulla densità del sangue, portando a un aumento del rischio di infarti e ictus, soprattutto nelle persone con malattie cardiache preesistenti. Può causare affaticamento generale e mal di testa.

I bambini sono particolarmente vulnerabili agli effetti dell'inquinamento a causa del loro sistema respiratorio non ancora completamente sviluppato e della loro tendenza a respirare più velocemente e attraverso la bocca.

Uno studio condotto in Spagna sull’impatto del PM 2.5 ha riportato nei bambini di età fino a 10 anni un aumento del 3% dei ricorsi al pronto soccorso per tutte le cause in relazione a incrementi di 10 µg/m3 nei livelli di PM. Gli studi più importanti, quali lo studio NMMAPS (USA), APHEA (Europa), MISA (Italia) hanno mostrato un’associazione fra l’incremento dei livelli di inquinamento atmosferico e i tassi di ospedalizzazione per BPCO, cardiopatie e polmoniti1.

Morbosità a lungo termine
L'esposizione prolungata a particolato fine (PM2.5), biossido di azoto (NO2) e ozono (O3) può non solo aggravare ma causare malattie respiratorie croniche come asma e BPCO.

Associazioni significative sono state riscontrate tra esposizione a lungo termine all’inquinamento da traffico veicolare e rischio di sviluppare BPCO, presenza di funzionalità respiratoria significativamente più bassa e rischio di malattie cardio-vascolari nelle donne2-4

Nei soggetti residenti in area urbana è emerso anche un maggior rischio di iper-reattività bronchiale rispetto ai soggetti residenti in area rurale5.

Secondo lo studio condotto da alcuni gruppi di ricerca europei nell’ambito del progetto EXPANSE, inserito nel programma dell’Unione Europea Horizon 2020, migliorare l’ambiente urbano può contribuire ad evitare un caso su 10 di asma bronchiale6

Per quanto riguarda i bambini una recente meta-analisi ha indicato che l’esposizione a PM10 è associata in maniera significativa al ricovero in ospedale o al ricorso al pronto soccorso per asma in età pediatrica7.

Ancora è stata evidenziata l’associazione tra esposizione a traffico veicolare a lungo termine e asma, specialmente atopico, infezioni delle vie respiratorie inferiori, sintomi bronchitici e inferiore maturazione della funzionalità polmonare8-12.

Per quanto riguarda l’associazione tra inquinamento atmosferico e rischio di cancro l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) afferma esserci sufficiente evidenza negli esseri umani di cancerogenicità dell'inquinamento atmosferico per il polmone13.

Il gruppo di lavoro dello IARC ha attribuito nella valutazione un peso particolare agli ampi studi epidemiologici di coorte. Ha giudicato in particolare che tra gli studi nordamericani, l'Harvard Six Cities Study, lo studio dell’American Cancer Society, il California Teacher Study (in particolare i due ultimi studi, per i risultati nelle persone che non avevano mai fumato, sono stati ritenuti i più informativi per la cancerogenicità sul polmone). Tra gli studi di coorte europei, quelli giudicati come più informativi sono stati gli studi condotti a Oslo, Paesi Bassi, Danimarca e Roma e lo studio a livello europeo di 17 coorti (ESCAPE). Tra gli studi in altri paesi uno studio dalla Nuova Zelanda e due studi dal Giappone sono stati considerati i più informativi per l’accuratezza nella valutazione dell'esposizione e nel controllo dei potenziali fattori confondenti. Nello studio ESCAPE la popolazione osservata è stata nel numero di 312 944 con 2095 casi incidenti di cancro ai polmoni. I rischi relativi per il cancro ai polmoni erano 1,22 (95% CI, 1,03-1,45) per un incremento di 10 µg/m3 di PM10 e 1,18 (0,96–1,46) per 10 µg/m3 di PM2.514.

Oltre a considerare il PM nell’aria outdoor come indicatore dell’insieme della miscela degli inquinanti il gruppo di lavoro dello IARC lo ha valutato come agente causale. Le evidenze dell’associazione tra PM e cancro ai polmoni sono infatti simili a quelle riferibili all’inquinamento complessivo.
Lo IARC conclude anche esserci un’associazione positiva tra inquinamento atmosferici e cancro delle vie urinarie.

Sette studi di coorte o caso-controllo hanno valutato specificamente con metriche di esposizione l'associazione tra cancro della vescica e inquinamento atmosferico outdoor, al traffico o ai fumi del traffico. In parecchi studi, alcuni dei quali corretti per l’abitudine tabagica, un aumento del rischio di cancro vescicale è risultato associato a tali esposizioni.

Va infine sottolineato che già in precedenza lo IARC aveva valutato esserci sufficiente evidenza della cancerogenicità degli scarichi dei motori diesel; essersi osservata un’associazione positiva tra gli scarichi dei motori diesel e il cancro della vescica15.

Una maggiore attenzione dovrebbe essere rivolta egli studi futuri alla caratterizzazione chimica e tossicologica associata alla frazione organica del PM.

Livelli di inquinamento atmosferico a Bergamo e in Lombardia
Secondo i dati di Arpa Lombardia, nella provincia di Bergamo le concentrazioni medie di PM 2.5 sono costantemente superiori ai limiti stabiliti dall’Unione Europea e dall’OMS. Nel 2023 Bergamo ha superato per 85 giorni il limite giornaliero di 25 µg/m³ per il particolato fine e nel 2024 si è registrata una media annua pei il PM 2,5 di 18 µg/m, dati che collocano la città di Bergamo, come la maggior parte di quelle lombarde, ben al di sopra della media europea con valori oltre tre volte il limite raccomandato dall’OMS di 5 µg/m³.

L’incidenza dei tumori polmonari a Bergamo era di 728 casi nel 2018 (dati ATS). Di questi, secondo una stima prudente derivata da i dati quantitativi dello studio ESCAPE, circa 150 potrebbero essere attribuiti a un complesso causale contenente il fattore inquinamento atmosferico.

Provvedimenti di attenuazione del rischio
Tra il 1990 e il 2002 il trasporto privato in Europa è aumentato del 17% determinando una crescita nelle emissioni degli inquinanti di origine autoveicolare, che rappresenta quasi ovunque la causa principale dell’inquinamento atmosferico, con contributi variabili dal 40% all’80% a seconda dei diversi contesti territoriali geografici e all’incidenza dei contributi dovuti al riscaldamento domestico e alle attività industriali più elevato al nord.

La riduzione del traffico veicolare nei centri urbani e l’incentivazione all’uso di mezzi elettrici o ibridi deve essere l’obbiettivo dei decisori politici.

Il consiglio che si può dare ai cittadini è quello di ridurre il tempo di stazionamento in strade trafficate e svolgere attività ludica e sportiva in aree non trafficate e alberate. L’indicazione è a maggior ragione rafforzata per gli infanti e i bambini anche in relazione alla localizzazione di asili nido e scuole materne. Per i cittadini che risiedono in aree ad alto traffico veicolare il consiglio che si può dare è quello di arieggiare i locali nelle ore di minor traffico, usare nelle pulizie aspirapolvere in grado di captare anche le PM 2,5 e condizionare i locali con temperature estive non più basse di 5 o 6 gradi rispetto a quelle esterne, così risparmiando energia ed evitando di sottoporsi a sbalzi termici importanti.

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Bibliografia
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cuore verde che batte